Le nuvole non hanno forma stabile, ma cambiano e svaniscono con il tempo. Ecco perché ho scelto le nuvole come simbolo. L’ideale utopico dell’attesa che inevitabilmente si trasforma e poi svanisce, ma rinasce di nuovo – seguendo il ciclo naturale – è il percorso che la nostra stessa vita, la nostra civiltà e il nostro sviluppo compiono.
Il mondo visivo si è evoluto al punto che la nostra realtà è stata gradualmente sostituita da immagini che presentano un modo di vivere frammentato. Così ho frammentato i materiali di imballaggio in momenti e testimonianze che costituiscono indizi del nostro paesaggio. Questi frammenti, tracce della nostra vita e del nostro tempo, sono rappresentati visivamente da nuvole che formano aggregati organici e mutevoli di memoria con diverse tendenze cromatiche.
Ho categorizzato questi materiali in base alla loro cromia, una classificazione che rappresenta un ordine sociale dominato dal centro visivo umano.
Queste nuvole formano l’intero paesaggio della nostra vita: i colori artificiali degli artefatti costituiscono il dominio visivo dell’ordine di vita contemporaneo. Per ogni nuvola ho creato moduli sensoriali e sonori separati. Nella combinazione dell’audiovisivo ho cercato di proporre un possibile modello di vita sociale contemporanea.
L'opera
Anno
2023
Tipologia
allestimento dei materiali integrati: cartone, pistola a caldo, colla stick a caldo, carta da pacchi di vari colori, filo di ferro; modulo sonoro (modulo sensore a infrarossi, suono, scheda di controllo arduino, breadboard, filo dupont, interruttore a batteria)
Dimensione
cm 84 × 65 × 16,5 (blu)
cm 87 × 65 × 18 (rosso)
cm 94 × 69 × 19,5 (verde)
cm 52 × 42 × 15 (giallo)
cm 21 × 18,5 × 9 (viola)
cm 28 × 26 × 17 (nero)
cm 31 × 25 × 14 (blu-verde)
L'artista
Wang Xin
Nasce in Cina a Nanchino, nella provincia di Jiangsu; nel 2019 si laurea presso l’Istituto di Tecnologia della Moda di Pechino, Dipartimento di Arte, e nel 2023 all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua ricerca si basa sulla trasformazione e sulla connessione tra il linguaggio della pittura e quello dell’installazione, sul modo in cui l’opera può essere presentata su materiali diversi, esplorando sia la materia sia la materialità. Riflettere, appunto, sulla materialità della pittura le ha fatto “riosservare” e percepire in modo nuovo ciò che la circonda. Secondo la sua concezione, un’opera può esistere per qualsiasi tempo, essere realizzata con qualsiasi materiale o seguire qualsiasi destinazione.