Plastica che genera vita. Involucri inquinanti che, come in un sacco amniotico, accolgono oggetti personali, cullandoli, preparandoli a una nuova forma. L’uomo perde la sua identità, rinascendo fuso con l’oggetto, con la plastica.
Le microparticelle di questo materiale, infatti, stanno entrando concretamente nel corpo umano, diventandone una parte costitutiva. Sono state trovate microplastiche nella placenta di donne incinte, nell’organismo di pesci e di diversi altri animali.
Con questa serie di dipinti, attraverso una selezione di oggetti personali e quotidiani nei quali mi identifico, voglio proporre un “autoritratto” di una versione di me ancora “in corso”, in fase di generazione; con uno sguardo rivolto al futuro e alle svariate possibilità del concetto di essere, divenire e post-umano.
L'opera
Anno
2021
Tipologia
olio su tela
Dimensione
cm 200 × 35 × 2 (dimensioni installazione)
L'artista
Diego Azzola
Nasce a Bergamo nel 2000. Nel 2023 si laurea presso l’Accademia di Belle Arti “G. Carrara” di Bergamo dove sta proseguendo gli studi specialistici in Pittura. Artista visivo, sviluppa una ricerca pittorica e scultorea stratificata che si riallaccia a eventi del contemporaneo attraverso una chiave di lettura intima e personale.
Trattando del rapporto tra uomo, spazio e oggetti, la sua poetica porta alla riqualificazione dell’”oggetto trovato”. Elementi vegetali, urbani, animali e fotografici sono raccolti, conservati e filtrati attraverso il concetto del corpo post-umano. Una ricerca ibrida che spazia e indaga alla scoperta di nuove forme di realtà e coesistenza. Sono lo scarto tra il naturale e l’artificiale, e l’indagine tra il concetto di vita e non vita a portare l’artista alla ricerca di nuove identità.