Menzione speciale

Per aver saputo costruire una evidente “storia” universale – il riscaldamento climatico – a partire dalla “accidentalità” concreta di un fatto storico, quale il cedimento del ghiacciaio della Marmolada nel 2023.

La regina delle Dolomiti
03.07.2022 10,3 gradi 3.265 m
God Save the Queen

L'opera

La serie I ghiacci perenni nell’era dell’Antropocene nasce da un’analisi approfondita delle problematiche legate alla crisi ecologica causata dall’uomo, e mira a sensibilizzare e allertare il pubblico riguardo le conseguenze del cambiamento climatico. Con il termine “Antropocene” si intende l’epoca geologica in cui stiamo vivendo, nella quale l’influenza antropica sull’ecosistema globale è tale da incidere direttamente e costantemente sulla storia della terra stessa, non solo su quella umana.
La serie di incisioni – La regina delle Dolomiti, 03.07.2022 10,3 gradi 3.265 m e God Save the Queen – mostra la fragilità del ghiacciaio della Marmolada, prima e dopo il collasso del seracco avvenuto il 3 luglio 2022 in prossimità della Punta Rocca a 3265 metri. La causa del crollo è riconducibile alla temperatura anomala di 10,3 gradi, ben al di sopra della media stagionale. Secondo gli esperti, i ghiacci ormai non più perenni della Marmolada cesseranno di esistere entro il 2080; tutto questo è la conseguenza del cambiamento climatico in atto, dovuto al processo produttivo consumistico e capitalistico dell’uomo.

Anno

2023

Tipologia

tecnica mista litogum

Dimensione

cm 21 × 30 (ciascuno)

L'artista

Martina Abati

Nasce a Lucca nel 1998. Dopo il diploma in Arti visive al Liceo artistico lucchese, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si laurea in Pittura. Oggi studia per il titolo accademico di II livello, sempre in Pittura, all’Accademia di Belle Arti di Torino.
I temi ambientali ed ecologici sono al centro della sua indagine artistica. Nel suo lavoro indaga il mutamento del territorio italiano e dei suoi ecosistemi, effetto del cambiamento climatico e inevitabile conseguenza degli eccessivi processi consumistici. Le sue opere sono un invito a penetrare il paesaggio, a scoprirlo per riconnettersi con la natura, ritrovando con essa un legame arcaico.